19 gennaio 2024 ore 18 – Conversazione a partire da “Treno di notte per Lisbona” di P. Mercier

Venerdì 19 gennaio, alle 18, vi aspettiamo al primo incontro della nuova edizione di “INTERLINEA, Tra le righe dei romanzi“, il gruppo di lettura di MIND, a cura di Roberto Pallocca e Stefania Studer.

Il tema di questa edizione è IL VIAGGIO e questo è il primo di quattro romanzi con cui affronteremo questo tema.

Dopo Mercier, sarà la volta di Maurizio Maggiani, Tiziano Terzani e Ernest Hemingway.

Gli incontri sono gratuiti, aperti a tutti e durano un’ora e mezza.

Scriveteci per partecipare.


Dal testo

Ha cominciato (a scrivere, ndr) poco dopo la morte di Fatima. “È una battaglia contro la paralisi interiore” aveva detto, e alcune settimane dopo: “Ma perché mai non ho incominciato prima! Non si è mai veramente vigili e consapevoli se non si scrive. E non abbiamo la minima idea di chi siamo. Per non parlare di ciò che non siamo”.


La trama del libro

Voleva veramente buttarsi dal ponte la donna trattenuta una mattina da Raimund Gregorius, insegnante svizzero di latino, greco ed ebraico? Gregorius non sa nulla della donna se non che era portoghese. La mattina dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria del libro di un enigmatico scrittore lusitano, Amadeu Ignazio De Almeida Prado, il professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di rintracciare l’autore. Da questo momento decolla una vicenda che costringerà Gregorius a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della Storia in un modo che mai avrebbe potuto immaginare nella sua rassicurante Berna. Il risultato è un “giallo dell’anima” in cui investigazione di un enigma irrisolto e introspezione interiore si intrecciano con risultati sorprendenti.


Una riflessione

“Oggi il rapporto con la mobilità è alquanto squilibrato e le ragioni che spingono a partire non sono le stesse per tutti: l’esercito dei viaggiatori comprende rifugiati politici, migranti del lavoro, nomadi del tempo libero. Noi apparteniamo principalmente a quest’ultimo gruppo e concepiamo il viaggio come un’uscita dal tempo, una scappata dalla routine quotidiana. A me, invece, piace considerarlo una scuola, perchè attraverso l’esperienza del contatto con gli altri la nostra personalità può acquistare autonomia, arricchirsi e maturare. Un antico proverbio africano recita “Se non hai studiato, viaggia”. In letteratura, a partire da Omero con l’Odissea, il viaggio è stato spesso utilizzato come metafora per simboleggiare i molteplici aspetti della vita dell’uomo: il distacco, la crescita, la costruzione dell’identità. Treno di Notte per Lisbona segue il viaggio, fisico e spirituale, di un solitario e compito filologo svizzero, Raimund Gregorius detto Mundus. La sua solida vita di stimato professore, dai pesanti occhiali e dall’aspetto trasandato, subisce un’improvviso scossone dall’incontro con una donna misteriosa. Ferma su un ponte la sconosciuta guarda nel nulla dando l’impressione di volersi buttare. Temendo il peggio Gregorius la ferma. Di lei riesce solo a scoprire che è “portogues”, ma quella parola in lingua straniera apre una crepa di fascino e mistero nella sua mente. Lo stesso giorno, in una libreria antiquaria, Mundus scopre un libricino in lingua portoghese intitolato “Un orafo delle parole”. Una sola frase, che si fa tradurre dal libraio “Se possiamo vivere solo una piccola parte di quanto è in noi, che ne è del resto?”, è sufficiente per abbattere le mura dell’invisibile castello difensivo che lo circonda. In preda ad un raptus di follia sale su un treno diretto a Lisbona alla ricerca dell’autore del libro, tale Amadeu Inacio de Almeida Prado. L’impatto con la città è lento e faticoso. Il primo giorno rompe gli occhiali, perdita che solo chi ha sperimentato personalmente cosa significa essere fortemente miope sa quanto possa essere destabilizzante. L’incidente assume nella narrazione un forte significato metaforico: i nuovi occhiali dalla montatura leggera e colorata, dotati di innovative lenti sottili, simboleggiano un nuovo modo di vedere, più chiaro e diretto. Grazie alla formazione filologica Gregorius ricostruisce la vita di Prado, medico dissidente durante la dittatura di Salazar. Incontra le persone che l’hanno conosciuto, frequenta gli stessi luoghi. Ad ogni tappa fanno da contrappunto le pagine del libro di Amadeu: pensieri e riflessioni sulla vita, scritte nei momenti più difficili del suo percorso, diventano una guida attraverso il dolore, l’orgoglio, e la coscienza di se stessi. Investigazione e introspezione si intrecciano rivelando sempre più affinità tra i due protagonisti, che a tratti sembrano confondersi, accomunati dal tumulto interiore, dal coraggio delle azioni, dalla difficoltà di scegliere e agire, dall’amara visione dell’esistenza. Seguendo le orme del suo alter ego Mundus compie un viaggio che, a partire dalla ricostruzione del passato, diventa scoperta del senso di libertà e coraggio che fanno parte della vita. Il ritorno a casa (la vera conclusione dell’esperienza del viaggiare è sempre il ritorno a casa) rappresenta non solo il raggiungimento di un traguardo di consapevolezza, ma è anche l’inizio di una nuova sfida perchè “la vita non è ciò che viviamo, ma ciò che ci immaginiamo di vivere” – da Feltrinelli.it

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